I "semi" del cammino francescano sono stati gettati molto prima della mia nascita biologica da entrambi i rami della mia famiglia. Poi a causa della mia precaria salute fisica ho vissuto molto tempo accanto a mia nonna e mia zia, che mi hanno permesso di iniziare l'esperienza della fede in modo molto popolare e, passami il termine, un po' "fai da te", perché non c'erano tutte le possibilità di oggi. La mia famiglia, nel frattempo, mi è sempre stata accanto in questo percorso, tenendomi sempre per mano, partecipando attivamente alle attività proposte, e ai vari servizi parrocchiali. Arrivata alle scuole medie, i miei genitori molto preoccupati per me, perché i problemi non accennavano per nulla a diminuire, anzi aumentavano, hanno deciso a mia insaputa, di affidarmi alle amorevoli cure del parroco, chiedendogli di diventare mio direttore spirituale, affinché mi aiutasse a superare le problematiche adolescenziali, tenendo sempre lo sguardo fisso su Gesù, anche perché non sapevano se sarei riuscita a sopravvivere. Questa parentesi molto felice mi ha forgiata lasciando dentro di me un'impronta indelebile, che mi ha permesso di accettare ogni tipo di sofferenza, sia fisica, e anche a volte scolastica, ed è durata fino alla fine delle scuole superiori. Poi improvvisamente il luccichio del lavoro tanto atteso e sognato, ma anche lì dopo nove anni di precariato, la nomina a ruolo ha in qualche modo messo fine a un grande idillio. E qui purtroppo iniziano i guai. Ho commesso il più grave di tutti gli errori, mi ritenevo fortunata, arrivata, avevo raggiunto l'apice dei miei sogni, e quindi ero totalmente incentrata su me stessa. Il lavoro definitivo, la casa nuova, e lì mi sono fermata. Sono finita, per due eterni anni, in una scuola bruttissima, con colleghe molto spregiudicate e prevenute, in continua relazione con la sovraintendenza, che hanno gettato fango sul mio nome e su quello dei miei cari. Poi il terzo anno, a causa dell'infortunio, ho dovuto per forza chiedere di stare vicino a casa, ed è continuato il calvario. Così, ho preso questa decisione: devo fare qualcosa, perché non era più possibile continuare in questo modo. Prima ascoltando gli appelli in diretta TV, e poi finalmente provando e riprovando a scrivere, all'interno dei diversi siti segnalati , ai vari indirizzi di posta elettronica, ho trovato, per caso, quello della Fraternità Francescana di Vercelli . Così, il 14 Ottobre 2007, ho letto per la prima volta la risposta da Vercelli al mio SOS di allarme, e per mia enorme fortuna avete capito che al di là delle parole c'era qualcosa di più. E come il Profeta Isaia 800 anni prima della nascita di Gesù annunciava la Verità del Vangelo, Voi, Francescani di Vercelli, ad 800 anni dalla proclamazione della "nostra" Regola, perché ormai è anche un po' la mia, anche se la strada da percorrere è ancora lunga, siete stati autentici testimoni della verità rivelata, mi avete aiutata a riscoprirla dentro di me, strappando via quel velo sottile di pellicola trasparente che mi avvolgeva, e mi impediva di essere me stessa. Iniziando a corrispondere avete contribuito a riaccendere la fiamma della Speranza evangelica e finalmente il 4 febbraio 2008 ricevo la prima e-mail della nostra ministra regionale Mariangela Dairaghi, che mi invitava a mettermi in contatto telefonico con la ministra locale di Chatillon. Ho avuto il primo incontro il 30 marzo 2008, e poi alla fine di settembre 2008 ho iniziato il cammino nel terz'ordine francescano, e purtroppo, dico anch'io le parole di Sant'Agostino: tardi ti ho "ritrovato", perchè per me si è trattato di recuperare il passato e riattualizzarlo al presente. Dopo tante peripezie finalmente è rifiorita la Luce Vera della Resurrezione. Grazie.
Lucia Marchesini, novizia dell'Ordine Francescano Secolare della Valle d'Aosta.